Storia di una famiglia Chatterbox

14.07.2023
sergio boggia 02

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Siamo lieti di presentarvi Sergio, padre di un nostro studente che, concluso un percorso di sette anni da noi, è in procinto di iniziare una nuova avventura all’estero.

Sergio e sua moglie sono stati così gentili da condividere la loro preziosa prospettiva con noi in merito alla crescita e allo sviluppo del loro bambino durante il periodo trascorso da Chatterbox, dalla Scuola dell’Infanzia fino alla quinta elementare, tirando le somme e raccontandoci di esperienze significative, sfide e successi.

D: Com’è nata l’idea di iscrivere vostro figlio ad una scuola inglese?

R: Essendoci trasferiti in Sardegna per lavoro e non avendo, quindi, una famiglia vicina che potesse aiutarci nella cura del bambino, abbiamo pensato da subito di scegliere, a prescindere, una scuola privata che ci garantisse l’orario prolungato. Abbiamo contattato diverse scuole a Cagliari.

Inoltre, provenendo io stessa (mamma) da una formazione in una scuola primaria internazionale, eravamo molto orientati ad offrire a nostro figlio la stessa opportunità, con tutti i vantaggi che essa comporta, non ultimo il fatto di imparare una lingua straniera in maniera spontanea, senza fatica.

D: Perché, dopo aver contattato altre scuole a Cagliari, avete scelto proprio Chatterbox?

R: Passando ogni mattina davanti alla sede della Scuola dell’Infanzia Chatterbox di viale La Plaia, abbiamo notato l’insegna e di lì a breve vi abbiamo contattato. Cinzia ci ha accolti e ci ha fatto visitare la sede, dandoci modo di vedere non solo gli spazi e l’organizzazione della struttura, ma anche lo svolgersi delle lezioni e, quindi, la vostra metodologia, che ci è piaciuta molto.

Inoltre, eravamo interessati alle attività extrascolastiche proposte, tra cui il corso di lingua cinese che, successivamente, nostro figlio ha continuato per tutte le elementari come parte del programma scolastico.

Così, quando aveva 3 anni, abbiamo iscritto il bambino da voi e investito sulla sua educazione, cosa a cui teniamo molto. Inizialmente ci siamo detti “vediamo come va”, ma si è trovato molto bene da subito ed eccoci qua: abbiamo deciso di restare con voi per i successivi 7 anni.

D: Come vi siete accorti che il percorso scolastico scelto stava dando i suoi frutti?

R: Sicuramente la prima volta che abbiamo capito chiaramente che il percorso scolastico stava dando i suoi frutti è stato in occasione del primo scambio scolastico con la scuola a Glasgow, in Scozia, quando il bambino frequentava la classe di Reception e aveva 5 anni. Vedendolo interagire con persone madrelingua, sia adulti, che bambini, ci siamo resi conto della ricchezza del suo vocabolario e della sua conoscenza della lingua.

Da lì in poi, la Scozia gli è rimasta sempre nel cuore e, a parte la triste parentesi della pandemia, in cui ovviamente non abbiamo potuto viaggiare, ci è sempre voluto tornare in occasione degli scambi scolastici negli anni successivi.

Abbiamo cercato di partecipare a tutti i viaggi proposti dalla scuola, anche in Francia e in altre parti del Regno Unito. Insieme ai viaggi che abbiamo fatto privatamente come famiglia, sia in Europa, che negli Stati Uniti e in Asia, queste sono state, più di tutte, le occasioni in cui abbiamo potuto vedere con i nostri occhi nostro figlio crescere come un bambino bilingue.

D: Considerando l’opportunità lavorativa che vi sta portando all’estero, pensate che il percorso di studi di vostro figlio sia stato utile anche nelle vostre dinamiche familiari?

R: Sì, possiamo dire che ci abbia salvato. In una situazione come la nostra, in cui ad un certo punto abbiamo deciso di accettare un’offerta lavorativa all’estero, il fatto che nostro figlio parli perfettamente l’inglese facilita enormemente la transizione in un altro Paese.

Non solo perché ciò gli ha permesso di essere accettato in una scuola internazionale nel Paese di destinazione, ma anche perché sappiamo che non avrà problemi a comunicare e ad inserirsi nel nuovo contesto sociale che lo ospiterà.

D: Com’è stato il processo di selezione per la scuola estera per vostro figlio?

R: È andato oltre le nostre aspettative. Sapevamo che avrebbe passato le selezioni, ma l’esaminatore gli ha fatto i complimenti per la sua preparazione, dicendo che raramente si trova ad esaminare ragazzi stranieri che hanno un tale livello di conoscenza dell’inglese.

Oltre che essere orgogliosi dei suoi progressi, consideriamo questa l’ennesima conferma che la Chatterbox è stata la scelta giusta.

D: Quando vostro figlio ha visitato la scuola estera per la prima volta, come ha reagito?

R: Ha reagito con grande serenità. Il bello degli scambi scolastici a cui abbiamo partecipato è che, oltre all’aspetto linguistico, ci hanno dato l’opportunità di ampliare i nostri orizzonti anche per quanto riguarda la vita scolastica negli altri Paesi. Perciò, il funzionamento della mensa e il susseguirsi delle lezioni nelle diverse classi, tra le altre cose, erano dinamiche perfettamente familiari a nostro figlio.

Si inserirà in un sistema di cui ha già fatto esperienza e che già conosce. Questo tipo di competenze, linguistiche e di conoscenza del mondo, si acquisisce solo se si frequenta una scuola come Chatterbox.

D. Tirando le somme…?

R: Come in tutti i rapporti lunghi, come lo è stato il nostro con Chatterbox, è fisiologico che ci siano delle aree in cui c’è sicuramente spazio per un miglioramento, e sono più che altro gli aspetti burocratici ed organizzativi della scuola di cui si occupano i genitori, che comunque non hanno mai intaccato la vita scolastica di nostro figlio.

Il bambino ha sempre vissuto in una bolla di serenità a scuola e, come è normale che sia in una famiglia in cui entrambi i genitori lavorano, passa con voi la maggior parte delle sue giornate. La scuola la fa chi ci è dentro e siete stati sempre capaci di stimolarlo e coinvolgerlo, il lavoro educativo è stato duplice, da parte nostra e da parte vostra.

Abbiamo apprezzato molto anche l’aiuto che ci avete dato quando nostro figlio doveva sostenere l’esame di ingresso alla nuova scuola, dandoci la possibilità di farglielo sostenere da voi, predisponendo per lui una classe dedicata con la supervisione del vostro staff. Non solo così non ha perso un giorno di scuola, ma noi non abbiamo dovuto cercare di riorganizzare il nostro lavoro.

Alla fine dei giochi, lasciamo la Chatterbox certi di aver fatto la scelta giusta e vi siamo grati per questa avventura impagabile che abbiamo vissuto insieme.

 

Grazie mille, Sergio! E grazie alla tua famiglia per aver voluto condividere tutto questo con noi. Un grosso in bocca al lupo a tutti voi per il vostro futuro!

Credits: Batmad.it