Baby Signs: una svolta nella comunicazione con i più piccoli, a casa e a scuola

06.05.2024

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Quest’anno il nostro staff della sede della Scuola dell’Infanzia in viale La Plaia ha intrapreso un percorso di formazione molto speciale ed innovativo con la formatrice Luciana Ledda, al fine di certificare la Chatterbox Playschool come asilo Baby Signs”, un programma di comunicazione gestuale (segnata) rivolta a neonati e bambini udenti molto piccoli (da 0 a 24 mesi), studiato per dar loro la possibilità di comunicare prima di aver imparato a parlare.

A scanso di equivoci, è importante chiarire che il Baby Signs non è la Lingua Italiana dei Segni (LIS), che è una lingua completa, precisamente codificata e riconosciuta per legge, ma piuttosto si tratta di un repertorio di 175 gesti circa presi in prestito ed adattati dalla lingua dei segni, arricchiti con circa 40 ulteriori, semplici segni "baby friendly". Questo approccio nasce negli Stati Uniti circa 30 anni fa ed è attualmente utilizzato con successo in più di 40 paesi nel mondo.

La caratteristica essenziale del Baby Signs è la sua capacità di facilitare la comunicazione nei primi mesi di vita dei bambini. La gestualità precede sempre la parola nella crescita del bambino, diventando il primo mezzo attraverso il quale i piccoli esprimono i propri bisogni e desideri. Già a partire dai 7-8 mesi, i bambini iniziano ad utilizzare gesti intenzionali per modificare l'ambiente circostante e instaurare una comunicazione con i genitori; per esempio, alzando le braccia per farsi prendere in braccio o tendendo la mano verso un oggetto che vorrebbero afferrare. Potenziare questo aspetto non solo riduce la frustrazione del bambino nel non riuscire ad esprimersi verbalmente e quella del genitore che non riesce ad interpretare i bisogni di un bambino in età preverbale, ma rafforza anche notevolmente il loro legame affettivo.

Il bambino, si sa, fin da piccolissimo ha bisogno di comunicare una vasta gamma di concetti ed emozioni e con i Baby Signs può imparare a farlo: apprende i gesti per esprimere le proprie esigenze (es. fame, sonno, dolore, ecc.). L’esposizione a questo tipo di comunicazione può iniziare anche dalla nascita e svilupparsi fino a quando, intorno ai 6 mesi di età, il bambino inizierà gradualmente a recepirla ed utilizzarla.

Un altro aspetto fondamentale del Baby Signs è la sua flessibilità e personalizzazione. Dopo l’input ricevuto dai formatori ed unitamente ai gesti spontanei che nascono normalmente all’interno del nucleo familiare (es. “ciao ciao”), ogni famiglia utilizza i segni che meglio si adattano alle proprie esigenze e dinamiche, rendendo la comunicazione più efficace e naturale, arrivando ad adottare dei segni personalizzati, magari anche coniati spontaneamente proprio dal bambino.

Un caso simile si è presentato proprio nella sezione Primavera della nostra Scuola dell’Infanzia, in cui un bambino di 18 mesi con i nonni sordi aveva già appreso qualche segno, che utilizzava normalmente anche in classe con maestre e compagnetti, i quali hanno cominciato ad utilizzarli a loro volta, creando un tipo di comunicazione gestuale efficace, semplice e condiviso da tutto il gruppo classe.

È importante sottolineare che il Baby Signs non è un programma di riabilitazione per bambini a sviluppo atipico (anche se può essere d’aiuto nell’identificare precocemente eventuali segnali di neurodivergenza), ma è piuttosto un mezzo per comprendere meglio le esigenze di tutti i tipi di bambini in un’età in cui è prematuro pretendere da loro l’utilizzo del linguaggio in maniera esaustiva.

Negli anni, studi scientifici hanno dimostrato, inoltre, che un uso estensivo della gestualità può persino accelerare il passaggio dal gesto alla parola, potenziando il linguaggio e lo sviluppo cognitivo nei bambini esposti, che risultano di circa 4/5 mesi in anticipo nello sviluppo di questi aspetti rispetto ai loro coetanei. Anche se questo non è lo scopo principale del Baby Signs, è una conseguenza apprezzabile del potenziamento della gestualità.

Il Baby Signs si utilizza sempre in accompagnamento alla parola e si integra nella routine quotidiana in maniera giocosa, anche in contesti di bilinguismo, come quello della Chatterbox, associando lo stesso gesto a parole in lingue diverse.

In conclusione, il Baby Signs offre un'opportunità unica per promuovere una comunicazione efficace ed empatica tra genitori e bambini fin dalla più tenera età, migliorando il benessere e il rapporto affettivo all'interno della famiglia e rendendo i primi anni dei neogenitori più confortanti ed interattivi.

I corsi di Baby Signs sono tenuti da Baby Signs Italia a livello nazionale e possono essere frequentati sia online, che in presenza. A Cagliari la referente è la formatrice Luciana Ledda.

La partecipazione ai corsi è aperta non solo ai futuri genitori (e nonni), ma anche ad educatori, logopedisti, psicologi e neurologi infantili.

Per ulteriori informazioni vi invitiamo a visitare il sito web https://www.babysignsitalia.com/.

Credits: Batmad.it